Il dolore cronico : come affrontarlo
?
Tutti noi abbiamo avuto esperienza di brevi periodi di dolore acuto, sfortunatamente, alcune persone, sono invece costrette a convivere con una situazione di dolore cronico.
Per dolore cronico s'intende un dolore persistente, a volte indipendente dalla guarigione, associato ad un particolare tipo di danno o di malattia. Ne soffre un quarto della popolazione italiana tra i 40 e i 50 anni e nel 56% dei casi si tratta di donne. Il dolore cronico ha una pesante ricaduta in termini economici con circa 3.000000 di ore di lavoro che ogni anno vengono addebitate a patologie dolorose, ma ha soprattutto una importante ricaduta in termini di qualità di vita dei singoli e dei rapporti sociali. Chi soffre di dolore cronico è spesso irritabile, tende ad isolarsi, perde la gioia del contatto con gli altri, dorme male e tende a svolgere male il proprio lavoro.
Che fare ? La legge 38 ha fornito
importanti ed innovative risposte al problema
dolore che vanno dalla possibilità di rendere i nostri ospedali” pain –free” ,alla
istituzione della rete del dolore che ha come figura specialistica di
riferimento l’anestesista ma che
coinvolge medici curanti, psicologi e
nella rete delle cure palliative, anche oncologi palliati visti, radioterapisti
etc .
Il dolore cronico, tuttavia, è gravato da una certa percentuale di
insuccessi infatti ,non sempre è possibile risolvere una patologia
dolorosa anche se sempre possiamo
migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti .
Il dolore è un’esperienza individuale complessa che
coinvolge la sfera fisica, emozionale e sociale questo, rende solo in parte
prevedibile la risposta terapeutica , perchè non ci sono due persone con lo
stesso dolore nella stessa situazione clinica in quanto il messaggio inviato
dal corpo malato è interpretato dalla coscienza in modo differente.
In realtà tutta la terapia del dolore è
più efficace se l’approccio è multidisciplinare ,proprio perché il dolore è spesso multi-fattoriale.
Nel
tentativo di divulgare la cultura del dolore e
l’utilizzo di farmaci appropriati, L’OMS ha immaginato un approccio
farmacologico e strumentale estremamente esemplificato , ideando la famosa
piramide che immagina una stratificazione del dolore associando una modalità di intervento. Questo
approccio, che pur tanto ha contribuito a promuovere la cultura e la terapia
del dolore, oggi mostra tutti i limiti di un sistema estremamente esemplificato
che si approccia ad una patologia estremamente complessa. E’ sempre più chiaro
che solo una diagnosi patogenetica sulla natura del dolore che dobbiamo
trattare, può dare una risposta terapeutica ragionata e rendere più efficace il trattamento della patologia
dolorosa. Nella clinica quotidiana,raramente i quadri clinici sono semplici,
perché il dolore cronico è quasi sempre
complesso, perché esistono le comorbilità che possono mascherare un quadro
clinico. E’ importante allora, cercare di individuare l’origine del dolore, il
danno anatomico (quando è presente !)il corto circuito che determina il
perpetuarsi del dolore : danno del I neurone, del II neurone ,del terzo,del
sistema inibitorio ?... Non è semplice, ma oggi IL S.S.N. con uno sforzo
importante ,anche in termini economici, ha individuato e realizzato,almeno in
Sicilia, centri di riferimento per la
cura del dolore: gli HUB e gli Spoke del dolore che si avvalgono della
esperienza e della competenza di specialisti algologi che tentano di risolvere
il dolore con un approccio ragionato ,ottenendo spesso, un
discreto successo terapeutico .
Patti 18/12/14
Maria De Florio Responsabile Spoke Dolore Patti (ME)
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