lunedì 29 luglio 2013

Chi è l'Algologo


Se una persona ha un dolore non preoccupante ma continuo, innanzitutto si auto prescrive ed assume degli analgesici cosidetti da banco la cui vendita in farmacia è libera ed il suo uso “fai da te” addirittura incentivato dalla pubblicità. Se il dolore non passa né si riduce, allora si rivolge al medico di famiglia che solitamente gli prescrive gli stessi farmaci che il paziente ha già assunto inutilmente ma con un altro nome commerciale. Se però ancora il dolore continua lo invia allo specialista in base al criterio topografico della zona dove il paziente lamenta il dolore: se il dolore è alle ossaarticolazioni , tendini ecc. lo invierà dall’Ortopedico; se il dolore è alla testa o ai nervi dal Neurologo o dal Neurochirurgo; se è un dolore addominale dal Chirurgo; se agli organi genitali  dal Ginecologo o dall’Urologo in base al sesso del paziente e così via dicendo. 
Ognuno di questi specialisti cercherà la causa del dolore nelle patologie di sua competenza e conoscenza . Se la trovaallora curerà il paziente e  questi probabilmente guarirà . Se invece non la trova rimanderà il paziente al medico curante consigliandogli di consultare un altro specialista. Durante il “ giro “ dei vari specialisti , il paziente verrà sottoposto a svariate indagini diagnostiche , spesso costose e invasive, e a volte ad interventi chirurgici anche demolitivi o addirittura mutilanti  ma se ciò non servirà a comprendere o eliminare la causa del suo dolore , egli svilupperà una sindrome ansiosa che nei successivi controlli faranno sì che venga etichettato come “ nevrotico “ e la sua patologiadolorosa come “sine materia “. Questa situazione appena descritta è tutt’altro che rara e lo dimostrail dato che in Europa il dolore cronico interessa il 19% della popolazione , che diventa quasi il 50% negli ultrasessantacinquenni . E siccome la maggior parte di queste persone soffre di dolore continuo da almeno 2 anni ed un quinto di essi addirittura da almeno 20 anni , non si tratta soltanto di dolore legato a patologie neoplastichePossiamo perciò affermare che il trattamento del dolore così come oggi è attuato è inefficace e dispendioso. E possiamo anche immaginare che nel prossimo futuro, con l’aumento dell’aspettativa di vita  ed il conseguente aumento dell’incidenza di malattie degenerative e neoplastiche, la situazione sia destinata ad aggravarsi. Però nonostante il problema del dolore cronico sia molto sentito da un numero sempre maggiore di persone ,probabilmente il termine “Terapia del dolore“ o, più appropriatamente, “Medicina del dolore“continua a lasciare un po’ dubbiosa  oltre che gran parte dell’opinione pubblica , anche la classe medica . Ci si chiede se sia necessaria (o sufficiente!) una figura specialistica per curare un sintomo così diffuso ed ubiquitario come il dolore. E ancora  ci si chiede  quali dolori debbano essere curati da questo specialista ed in quale momento della storia clinica cioè se in fase iniziale o solo dopo che tutti gli altri tentativi abbiano fallito nell’impresa.
Alla prima domanda si può senz’altro rispondere affermativamente e cioè che una figura specialistica per la diagnosi e la cura del dolore malattia , cioè del dolore inutile e dannoso , è senz’altro auspicabile . Basti pensare a come è migliorata la qualità delle cure anti tumorali da quando si è affermata la figura dell’Oncologo a cui afferiscono tutti i pazienti con neoplasia indipendentemente dalla loro sede . Quanto alla domanda su quali siano i dolori che l’Algologo deve trattare ed in quale fase , si può rispondere che esistono 3 categorie di pazienti :
1)

    i pazienti che abbiano una patologia dolorosa continua la cui genesi è poco o nulla chiaraaffinché venga posta una diagnosi, senza la quale ogni trattamento rischia di essere vano o  addirittura controproducente;

2)

     i pazienti nei quali il dolore , anche se ben diagnosticato , non riesce ad essere controllato dalla appropriata terapia analgesica . Per esempio il dolore da nevralgia del trigemino che non risponde più alla consueta terapia con antiepilettici o il dolore discogeno , responsabile di molte lombalgie, che non è controllabile con la terapia conservativa e non ha le indicazioni per il ricorso alla chirurgia tradizionale;

3)

    i pazienti con un  dolore la cui causa non può essere rimossa e che quindi necessitano di un controllo continuo , come idolore da cancro o molti dolori neuropatici tipo la nevralgia post erpetica.

Infine una nota importante . Molti si chiedono : ma se il dolore è un sintomo che attraversa come un filo rosso la maggior parte della patologia umana , come fa un solo specialista a poterne diagnosticare le innumerevoli cause ? Questo specialista dovrebbe essere onnisciente !
A questa obiezione si può rispondere ricordando che i meccanismi patogenetici che stanno alla base di tutti i dolori sono limitati , per quanto complessi . La perfetta conoscenza di questi meccanismi permette a volte di fare il percorso diagnostico al contrario . Cioè di giungere alla diagnosi nosologica partendo da quella patogenetica . D’ altronde ,  come disse l’anatomo patologo genovese A . Giampalmo “…le malattie non sanno d’avere un nome …”  

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