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Non si fa in tempo ad adeguarsi
ai nuovi codici del sistema dei DRG che eccone subito pronti degli altri per
aumentare, se possibile, il senso di confusione e stordimento che ci assalgono
ogni qual volta ci accingiamo a compilare una scheda di dimissione ospedaliera
(SDO). Questa volta le novità sono contenute nel numero 12 della Gazzetta Ufficiale
della Regione Siciliana dell'8 Marzo 2013 che riporta il Decreto
dell'Assessorato della Salute del 7 Febbraio 2013. Il titolo del decreto è: Aggiornamento delle linee
guida per la compilazione e la codifica delle informazioni cliniche presenti
nella scheda di dimissioni ospedaliera.
All'interno della Gazzetta sono
contenute linee guida per varie
patologie e procedure e tra queste alcune riguardano la Terapia del dolore.
Siamo quindi andati a guardarle con particolare interesse nella speranza che
finalmente questo documento portasse un po' di chiarezza nella compilazione
delle SDO riguardanti le prestazioni chirurgiche di Algologia ma la speranza è svanita immediatamente ed è stata sostituita da un senso
di delusione, rabbia ed amarezza e soprattutto è sgorgata una domanda: ma questi tecnici che hanno
contribuito alla compilazione di queste linee guida, almeno nella parte
riguardante il dolore, "ci sono o ci fanno?". Sono, cioè, completamente estranei a
queste tematiche e non capiscono nè conoscono niente di questa materia o hanno
semplicemente ricevuto l'incarico di stilare un elenco acefalo di diagnosi e
procedure nell'intento di far risparmiare il nostro dissestato Servizio
Sanitario Regionale? O forse ambedue le cose?
Chi ci legge forse penserà che siamo troppo severi in
questo giudizio e quindi porto alcuni esempi ed invito chi vuole a procurarsi
questo numero della GURS.
A pagina 8 sotto il titolo "
trattamento del dolore " si dice testualmente:" il ricovero
finalizzato al trattamento per il controllo del dolore in paziente neoplastico,
deve riportare come diagnosi principale il dolore, cod. 338.3 Dolore correlato
a neoplasia ( acuto) ( cronico )". Questa affermazione è lapidaria ed inequivocabile.
Ma qualche pagina dopo, esattamente a pagina 14, viene ripreso l'argomento
sotto il titolo " dolore (338)" e stavolta si dice
testualmente:" i codici della categoria 338, per la codifica del dolore,
possono essere utilizzati come diagnosi principale quando il trattamento del
dolore sia motivo principale/esclusivo del ricovero, o nel caso in cui non sia
stata individuata la diagnosi relativa alla patologia di base".
Quindi nel primo caso, quello del
dolore nel paziente neoplastico, è obbligatorio usare sempre il codice 338.3 e nel
secondo, invece, si possono usare i
codici della categoria 338 soprattutto se non si riesce ad individuare la
diagnosi della patologia di base che ha provocato il dolore. Ciò significa, quindi, che se la diagnosi viene
individuata si dovrebbe usare quella invece dei codici generici 338.
Adesso la domanda è: perché nel caso del dolore del paziente neoplastico bisogna
usare per forza il codice 338.3 ed invece nel caso del dolore non neoplastico
lo si può
omettere e sostituire con il codice della diagnosi specifica? Una cosa è certa, non esiste alcuna
giustificazione scientifica. Già da molti anni la Comunità scientifica non parla più di dolore maligno e dolore
benigno. Il dolore nei suoi meccanismi fondamentali è sempre lo stesso, sia che la
causa sia una neoplasia o l'artrosi o una frattura o il diabete ecc. Quella che
cambia, purtroppo, è la
prognosi e le implicazioni psico fisiche della malattia neoplastica ma non il
dolore la cui diagnosi, anzi, nel caso della malattia neoplastica è quasi sempre molto più chiara che nel dolore da
patologia non neoplastica. Se poi vogliamo parlare di dolore sintomo e dolore
malattia, anche in questo caso non è vero che il dolore nel paziente oncologico sia un
semplice sintomo della sua malattia, anzi in queste condizioni si verificano
fenomeni fisiopatologici così complessi da configurare appieno la definizione di
dolore malattia. Per non parlare della complessità del suo trattamento e del fatto che sempre di più si assiste alla relativa
efficacia che hanno i farmaci oppioidi nel controllare questo dolore. O forse
l'equivoco nasce dal concetto della "malattia di base" che deve
sempre essere riportata in diagnosi principale e quindi, secondo i compilatori,
non si potrebbe indicare in DP ( diagnosi principale) la neoplasia come causa
del dolore in quanto la procedura per combattere il dolore non combatte la sua
causa, cioè la
neoplasia. Torniamo cioè al
concetto di prima: il dolore inteso sempre e soltanto come sintomo di qualche
patologia e non come malattia a sê stante.
Ma passiamo ad un errore ancora
più
manifesto. A pagina 16 a proposito della Radiofrequenza pulsata periferica (
RFP ) si consiglia di codificare la malattia di base in DP e di usare il codice
04.2 per la procedura. Il codice 04.2 recita: demolizione di nervi cranici e
periferici, ma notoriamente la RFP è una metodica non demolitiva dei nervi e anzi il
termine "pulsata" si riferisce al fatto che con questa metodica la
temperatura alla quale sono esposti i nervi non supera i 44 gradi cioè rimane sotto la soglia della
neurolesione. Si tratta quindi di una metodica non demolitiva ma di stimolazione dei nervi e ciò ê ben spiegato al paziente
prima dell'intervento oltre ad essere ben specificato nel verbale operatorio.
Avremmo quindi, se seguissimo il consiglio dei compilatori, una cartella
clinica dove il verbale operatorio parla di stimolazione dei nervi e non di
demolizione e dove il paziente ha firmato un consenso informato che si
riferisce a questa metodica ed una SDO dove invece si dice che il paziente è stato sottoposto alla
demolizione dei nervi. È facile
immaginare le ovvie ripercussioni medico legali specie in questi tempi di
caccia alle streghe e di mala sanità vera o presunta.
Per il momento finiamo qui, ma ci
piacerebbe che qualcuno dei tecnici che ha contribuito a compilare questo
documento ci rispondesse per fugare il dubbio iniziale: ci sono o ci fanno?
Dott. Carmelo Costa
La tua analisi è così lucida e basata su una logica talmente stringente da non lasciare alcun margine di replica. E' estremamente evidente che i tecnici che la Regione ha scelto per stilare tali "Linee Giuda" non hanno nessuna nozione algologica, cosa peraltro legittima, quindi bisogna chiederci perché sono stati scelti tecnici che non hanno idea di cosa sia il dolore ed il suo trattamento. Ma un altro dubbio mi coglie, era proprio necessario creare ancora più caos di quello che c'è? oppure...
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